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Da sempre l’uomo prende coscienza di se nella consapevolezza di esistere in una realtà esterna che non gli appartiene. Turbato da questa certezza ha la necessità di esplorare la realtà per comprenderla e fissarla nella mente, quasi a voler creare un doppio virtuale di cui ha pieno possesso. La“digestione mentale” dell’ambiente esterno osservato trova naturale sfogo in un susseguirsi di fasi creative durante le quali l’uomo crea artefatti, strumenti che pur nascendo per soddisfare un bisogno e assolvere ad una funzione, devono raggiungere un preciso grado estetico atto a rappresentare l’emozioni e i pensieri che lo potenziano, elevandolo alla sfera mitica. L’artefatto ha un valore potenziale infinito, poichè custodisce e sintetizza dell’individuo o della comunità che l’ha elaborato.

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